Attacchi di panico in aumento: ecco sintomi e cause. Iacobelli (Eurodap): «Donne più a rischio»

14 Marzo 2023

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Ora che la pandemia sembra essere sotto controllo, iniziano a diventare più evidenti gli strascichi di questa emergenza. Il disturbo da attacchi di panico si sta rivelando una delle conseguenze più frequenti in epoca post-Covid. «L’interesse verso questo disturbo è notevolmente aumentato negli ultimi anni poiché, soprattutto post-covid, sembrerebbe essere sempre più diffuso nella popolazione», conferma a Sanità Informazione Eleonora Iacobelli, presidente dell’Associazione Europea per il Disturbo a Attacchi di Panico (Eurodap) e del Centro Bioequilibrium. «L’attacco di panico è una reazione parossistica di allarme da parte dell’organismo in assenza di una minaccia reale. I sintomi più evidenti – continua – sono tachicardia, aumento della sudorazione, senso di svenimento o di oppressione sul petto, mancanza d’aria, nausea, paura di morire o di impazzire”.

Gli attacchi di panico nascono da un «cortocircuito» nell’amigdala

«Le manifestazioni di un attacco di panico sono generate dall’amigdala – spiega Iacobelli – che normalmente svolge un ruolo determinante nella regolazione delle emozioni e dei ricordi, ma che in questo frangente invia un segnale di allarme in assenza di una minaccia reale. L’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, insieme alla secrezione di adrenalina sono i modi in cui il cervello fa sì che il corpo sia maggiormente reattivo per mettere in atto un’eventuale reazione di attacco/fuga». A volte, però può succedere che l’amigdala interpreti come pericolosa una situazione in realtà neutra o, anche se emotivamente coinvolgente, non pericolosa. «Questo errore – specifica l’esperta – avviene per una sorta di ‘cortocircuito‘ in cui un qualche elemento della situazione reale viene associato alla memoria di una precedente esperienza vissuta e codificata come potenzialmente dannosa. A volte gli attacchi insorgono in circostanze apparentemente neutre, mentre si è in macchina o mentre si cammina per strada».

Dalla psicoterapia ai trattamenti farmacologici, le armi  per contrastare gli attacchi di panico

«Generalmente, gli attacchi di panico si scatenano in momenti emotivamente carichi per la persona o durante situazioni che comportano un cambiamento, come un nuovo lavoro, un lutto, una rottura sentimentale, un trasferimento», afferma Iacobelli. «Il disturbo da attacchi di panico, inoltre, è maggiormente frequente tra le donne. Si stima – continua – che colpisca una donna su tre e si manifesta prevalentemente in un età compresa tra i 18 ed i 40 anni». Per quanto riguarda la cura, secondo l’esperta, per prima cosa è bene escludere qualsiasi causa organica. I sintomi degli attacchi di panico possono essere molto simili a quelle di altre patologie più gravi, che andrebbero quindi scartate. «Nel caso venga diagnosticato il disturbo da attacchi di panico, è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta», suggerisce la presidente di Eurodap. «Infatti, essendo le cause scatenanti legate ad un disagio emotivo il trattamento di elezione, come per tutti i disturbi d’ansia è la psicoterapia. A volte – conclude – è necessario associarvi una terapia farmacologia per mitigare la sintomatologia».