Mal di testa dopo aver dormito? Ecco le possibili cause e i rimedi utili

16 Marzo 2018

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Svegliarsi la mattina con un cerchio alla testa, molto spesso, è un campanello d’allarme che lancia il nostro corpo per dirci che non si è ricaricato a sufficienza. In altre parole, il mal di testa è un segnale che l’organismo ci manda perché abbiamo dormito poco e/o male. Sono le cosiddette cefalee da sonno disturbato e sono molto comuni. Specialmente tra chi ha l’abitudine a fare le ore piccole per leggere un libro o vedere un film. Ma anche per chi nei weekend prova a recuperare il sonno perso passando le mattine a sonnecchiare.

«Negli ultimi anni, soprattutto nei giovani, è aumentata la tendenza a rovinare il sonno, si fa tardi la notte, si dorme meno e spesso la conseguenza sono forti mal di testa», spiega Cherubino Di Lorenzo, neurologo presso il Centro Cefalee Istituto Neurotraumatologico Italiano (INI), puntando i riflettori su uno dei più diffusi disturbi da cattivo sonno proprio oggi in occasione della Giornata mondiale del sonno.

CARENZE O ECCESSI DI SONNO FANNO SCATENARE IL MAL DI TESTA

«Il sonno è fondamentale per la nostra vita: solo migliorandone la qualità possiamo combattere forme di cefalea ed emicrania correlate», garantisce Di Lorenzo. «Dormire poco a causa di stress, lavoro, abitudini sbagliate può scatenare mal di testa. Lo stesso accade – dice l’esperto – per eccesso di sonno, tipico dei periodi di vacanza o del weekend, o in caso di sonno disturbato: chi russa o soffre di apnee spesso incorre in cefalee (le più frequenti durante la notte sono emicrania, cefalea a grappolo e l’ipnica) a insorgenza notturna. D’altro canto, chi soffre di cefalea cronica può sviluppare disturbi del sonno, che peggiorano il mal di testa innescando un circolo vizioso. Durante il sonno infatti il cervello lavora per ripristinare le riserve di neurotrasmettitori. Se è disturbato dal mal di testa non riesce a funzionare correttamente e il riposo è di pessima qualità».

TERAPIA COMPORTAMENTALE E FARMACI POSSONO AIUTARE

Per riconoscere la cefalea legata al sonno serve un’anamnesi dettagliata che sveli caratteristiche e tempistiche di insorgenza. Ma una volta individuato il disturbo come si può curare in diversi modi.

«La maggior parte dei pazienti ricorre alle benzodiazepine che però non garantiscono un sonno naturale e cronicizzano il disturbo», spiega Di Lorenzo. «Maggiori benefici – continua – arrivano da alcuni antidepressivi, antipsicotici, antiepilettici o antistaminici, in grado di assicurare un sonno naturale. E’ chiaro però che i farmaci si assumono nei casi di esaurimento estremo del paziente. Il primo approccio resta la terapia comportamentale, seguita dagli integratori, come ad esempio la melatonina o il triptofano, efficaci nel migliorare la qualità del sonno e contro l’emicrania».

ANTICIPARE LA CENA ED EVITARE PROGRAMMI TV CHE METTONO ANSIA

Secondo l’esperto, per prevenire cefalee ed emicranie legate a sono bisogna cambiare le proprie abitudine. A cominciare dalla cena, che troppo spesso si fa troppo tardi. «Mangiare almeno tre ore prima di andare a dormire per coricarsi a stomaco vuoto», raccomanda Di Lorenzo. «Meglio pasti leggeri, niente peperoncino e caffeina. Fare attenzione anche all’uso di bevande alcoliche, apparentemente possono conciliare il sonno, ma in realtà il loro abuso ne pregiudica la qualità», aggiunge. La seconda regola riguarda lo spuntino di mezzanotte. «Se non si vuole rinunciare, preferire latte e biscotti. Triptofano e carboidrati aiutano ad addormentarsi bene», dice l’esperto. In generale, la sera bisogna evitare attività eccitanti o attivanti. «Guardare un film horror, navigare su internet o giocare ai videogames rientrano tra le attività che mettono in circolo l’adrenalina e l’istamina, modulatori a livello cerebrale che ci attivano. No nelle due o tre ore prima di andare a dormire», dice Di Lorenzo.

PER UN BUON SONNO SCONSIGLIATO STUDIARE O LAVORARE LA SERA

Altra regola d’oro è quella di sfruttare il giorno. «Alcune persone sono predisposte a studiare o lavorare la sera perché conciliate dalla calma. In questo modo si pregiudica la qualità del sonno», sottolinea l’esperto. La quarta regola è spegnere la televisione: «Mai addormentarsi con la televisione accesa la sera, il rumore disturba il sonno», precisa Di Lorenzo, secondo il quale – quinta regola – bisognerebbe anche spegnere la luce: «il buio avvisa il cervello che è ora si spegnersi e predispone all’addormentamento».

La sesta regola raccomanda relax serale. «Preferire attività rilassanti come ascoltare della musica classica o leggere un libro. In ogni caso interrompere almeno 30 minuti prima di andare a dormire», dice Di Lorenzo. Altro consiglio è quello di assumere integratori. «Se sappiamo di essere soggetti a mal di testa e di non avere un sonno ristoratore si possono provare trattamenti nutraceutici, melatonina, triptofano, valeriana», spiega l’esperto.

E’ BENE ANDARE A LETTO E SVEGLIARSI ALLA STESSA ORA OGNI GIORNO

Le successive due regole raccomandano di non sballare gli orari. E’ bene addormentarsi alla stessa ora. «Che si esca per un evento sociale, un cinema o una cena fuori, darsi un orario per rientrare e andare a dormire potrebbe garantire maggiore regolarità», spiega Di Lorenzo. Stessa cosa per la mattina. «Il consiglio classico è di impostare la sveglia tutta la settimana alla stessa ora, andare a correre tutte le mattine o prendere un cane», aggiunge. Infine, l’esperto ricorda che non esiste un sonno migliore di un altro. «Il sonno migliore è quello che fa sentire riposati e lucidi, che si dorma 6 o 8 ore, che si faccia o meno un sonnellino pomeridiano», conclude Di Lorenzo.

I PROBLEMI DI SONNO POSSONO CELARE DISTURBI PIU’ SERI

«I disturbi del sonno – spiega Paola Vinciguerra psicoterapeuta presidente Eurodap Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico e direttore scientifico Bioequilibrium – posso presentarsi in diversi modi: difficoltà ad addormentarsi o a riprendere sonno, apnee notturne, risvegli frequenti, mantenimento di un sonno “leggero”. È bene non sottovalutare nessuno di questi fenomeni perché possono essere il campanello di allarme per altre patologie. Pur non conoscendo ancora del tutto l’esatta funzione del sonno, è ormai appurato che esso è fortemente legato allo sviluppo cerebrale nell’infanzia e al declino cognitivo in età avanzata. La mancanza di sonno, quindi, comporta un gravissimo danno per l’individuo». Conclude l’esperta: «L’insonnia, inoltre, insieme a molteplici altri sintomi (come per esempio: irritabilità, tachicardia, cefalea, vertigini, tensione muscolare) potrebbe essere un sintomo di stress ed un campanello d’allarme da non sottovalutare».