Natale, occhio alle abbuffate e emotività sotto controllo: si ingrassa solo se si è infelici

19 Dicembre 2017

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Natale a rischio ingrasso ma non se si è felici. Tra cenoni da menù no-limits e riunioni di famiglia, le abbuffate sono dietro l’angolo e il rischio di cadere nella trappola di pandori e panettoni è davvero alto. Ma per godersi al meglio le festività e i connessi banchetti natalizi senza rimetterci la linea, basta seguire qualche accorgimento. Non si tratta di una dieta, né di rinunce o privazioni davanti a piatti appetitosi. Ad aiutarci a mantenere il peso forma, durante pranzi e cene con parenti o amici, è l’affettività, molto spesso trascurata in nome del buffet.

“Stanno per iniziare le feste, stiamo aspettando questo periodo con gioia in attesa di rompere lo schema quotidiano – spiega Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico – L’idea rappresentativa di questo momento, in qualsiasi modo intendiamo viverla, è direttamente legata al cibo. Le tradizioni, i ricordi della nostra infanzia, gli odori che ricerchiamo che sono memoria del passato, dare soddisfazione alla mamma che è stata in cucina per noi da giorni”. “Natale e cibo sono una parola sola – osserva ancora l’esperta – da tempo stiamo pensando al menu o al desiderio di mangiare quel piatto che normalmente non mangiamo. Ecco perché le feste sono un attentato alla nostra linea e alla nostra salute. Attraverso il cibo cerchiamo l’appagamento di un desiderio, che spesso non è di cibo, ma di odori antichi ed affettivi.

Questo significato emozionale così intimo e complesso riesce a mettere in difficoltà il rispettare un regime alimentare che ci permetta di non finire le feste con 3 chili in più e con uno stato di salute appesantito”. Ecco allora alcune semplici regole per godere delle aspettative emotive e culinarie proiettate sul Natale, senza la frustrazione del post-feste:

  • Prendiamo consapevolezza che quello che cerchiamo non è stramangiare ma calore, affetto, scambio.
  • Arriviamo all’appuntamento qualche minuto prima e non buttiamoci sul buffet dell’aperitivo, ma salutiamo le persone, abbracciamole, fermiamoci ad ascoltarle, alcune di loro non le vediamo e sentiamo da tempo ma esiste un grosso legame affettivo. Non diamolo per scontato, possiamo sentire questo scambio solo fermandoci ad ascoltare le nostre emozioni mentre ascoltiamo l’altro, ricordandoci aneddoti di quando eravamo piccini. Questo riempirà la pancia più di un etto di salmone affumicato accompagnato da due bicchieri di vino.
  • Mentre parliamo con le persone non mangiamo, il rischio è di non assaporare e non ascoltare il nostro interlocutore e le nostre emozioni. Facciamo una cosa per volta, stando a contatto con quello che stiamo sentendo.
  • E’ ora di andare a tavola, sediamoci spostando il pensiero automatico dall’attesa del cibo, e quindi dalla sensazione di un grande appetito, al come stiamo. Sediamoci, concentriamoci attraverso una respirazione diaframmatica ripetuta almeno tre volte sul come ci sentiamo, calmi, pieni, affamati? Respiriamo su queste sensazioni con calma, con la mente svuotata dai pensieri, e come magia l’attesa del cibo tanto sognato non sarà più la priorità.
  • La pietanza è in tavola, è proprio il piatto che da sempre ha caratterizzato il senso del Natale. Osserviamola, ascoltiamo le sensazioni e i ricordi di caldo e di amore che sono ad essa collegata, non andiamo dietro l’impulso di mangiarla voracemente. Prima riempiamoci dalle sensazioni positive dei ricordi, odoriamo, sentiamo il pieno di tanti momenti felici e poi cominciamo.
  • Mangiamo con calma, piccoli bocconi, tratteniamo il cibo prima di deglutire. Non dobbiamo riempire il nostro stomaco ma ci dobbiamo riempire di sensazioni positive, e il cibo buono ci da appagamento sia fisico che emotivo. Ma se non ci fermiamo ad ascoltare la sensazione di piacere registrandola e gustandola la continueremo a rincorrere.
  • Limitiamoci nelle quantità ma assaggiamo tutti i nostri piatti preferiti, ognuno corrisponderà ad un momento, ad una situazione. Usiamo il cibo per riattivare le emozioni, sono loro che ci daranno il senso di sazietà e non lo stomaco riempito oltre misura.
  • Mangiare in modo consapevole non è mangiare poco o tanto, non è fare il conto delle calorie, non è compensare correndo il giorno dopo per 2 ore. Mangiare consapevole fa parte di un progetto più ampio che è vivere consapevole.